Le Comunalie. Duemila anni di

È stato recentemente presentato presso la biblioteca "Manara" di Borgo Val di Taro l'ultimo libro di Antonio e Giuliano Mortali, Le Comunalie. Duemila anni di "comunismo".

Alla conferenza stampa sono intervenuti, oltre agli autori, anche Pier Luigi Ferrari (autore dell'introduzione), Corrado Truffelli (autore della prefazione) e Francesca Corsi (autrice della postfazione). Pier Luigi Ferarri Un grande merito va riconosciuto agli autori per aver indagato a fondo l'istituzione delle "Comunalie". Il termine "comunismo", che appare nel titolo, nulla ha a che fare col pensiero filosofico, con la teoria economica o con l'ideologia politica; la parola, nella sua accezione ancestrale, individua l'appartenenza di beni collettivi alle popolazioni, agli abitanti delle frazioni su cui insistono le Comunalie.
Corrado Truffelli
L'importante capacità degli autori sta nell'aver recuperato una miriade di documenti storici, scandagliando soprattutto l'Archivio storico del Comune di Bedonia. È proprio attraverso queste testimonianze che si può seguire il dipanarsi della storia delle Comunalie, realtà socio-economiche forse troppo poco conosciute. La Comunalia è una risorsa, soprattutto perché ci invita a riflettere sulle potenzialità insite nella bimillenaria forma di autogestione del territorio. Giuliano Mortali Dopo una lunga e meticolosa ricerca presso gli archivi di Stato, parrocchiali e comunali sono emersi importanti documenti che hanno messo in evidenza la rinnovata attualità della Comunalia. La Comunalia è un'istituzione antica di duemila anni, è la forma di bene comune più diffusa e importante della provincia di Parma che non tollera in alcun modo lo sfruttamento individualista: gli utenti sono i residenti delle frazioni su cui insistono tali proprietà collettive e hanno diritto di godere dei beni gratuitamente e in proporzione alle proprie necessità. Antonio Mortali L'autore si è occupato, in particolar modo, di che cosa siano le Comunalie attualmente, della loro funzione e della loro attività: nell'opinione comune le Comunalie vengono associate esclusivamente all'istituzione che fa pagare il tesserino per la raccolta funghi; questa considerazione è fortemente riduttiva. Le Comunalie elargiscono enormi quantità di denari in beneficenza, si preoccupano materialmente di chi non riesce a provvedere a sé, distribuiscono gratuitamente servizi quali l'acqua potabile e la legna, mettono a disposizione gratuitamente i terreni per il pascolo, investono in energie rinnovabili, hanno creato percorsi di valorizzazione turistico-ricreativa e ambientale? Francesca Corsi L'autrice della postfazione sostiene che l'esperienza delle Comunalie sia contemporaneamente un modello virtuoso e un modello sostenibile socio-economicamente replicabile anche in altri contesti. Per quanto riguarda il primo aspetto, gli statuti delle Comunalie hanno come perno imprescindibile la preoccupazione per le generazioni future: ogni intervento di gestione deve tener presente che il patrimonio collettivo appartiene (fin da ora) anche ai figli e ai nipoti, a tutti coloro che verranno. Per quanto riguarda il secondo aspetto, il caso delle Comunalie rappresenta una conferma alla teoria di Elinor Ostrom (premio Nobel per l'economia 2009) secondo la quale un bene comune sopravvive solo se se regolamentato da istituzioni endogene, solo se gestito da norme definite autonomamente dal microsistema stesso (come nel caso delle Comunalie). Il libro è disponibile nelle edicole del comprensorio.